di Tommaso Pignari
Papa Francesco nella sua lettera apostolica “Admirabile signum” ci dice che il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura.
Quest’anno il Presepe parrocchiale è distinto dall’inserimento di alcuni elementi ricchi di teologia e di spiritualità.
- Lo squarcio della Grotta
Il soffitto della Grotta è squarciato e da lì si infiltra la luce radiosa della Cometa che annunciava la nascita del Messia. Lo squarcio rappresenta l’umanità ferita attraverso cui la luce di Cristo si fa strada per salvare, per guarire e rischiarare il mondo e anche le parti di noi più buie e incomprese. Rappresenta anche il compimento delle profezie messianiche che annunciavano questo squarcio dall’alto che su tutta la terra avrebbe fatto piovere la dolcezza del Creatore.
- Annuncio dell’Angelo ai Pastori
Questa scena sulla collina a sinistra è ricca di stupore ed emozione che si intravede nei pastori che, mentre vegliano il gregge, osservano increduli ciò che sta avvenendo: un Angelo pieno di luce, messaggero divino, annuncia con grande gioia che è nato per tutti il Salvatore. È meraviglioso pensare alla semplicità di questi personaggi che, subito dopo l’annuncio si recano in cammino presso la mangiatoia per adorare il Signore. Sono i più umili e i più poveri che sanno accogliere l’avvenimento dell’Incarnazione.
- Bethlehem, casa del pane
Certi luoghi hanno un destino storico. Sono stati benedetti dal cielo. Non si finisce mai di approfondire il loro messaggio. È il caso di Betlemme, la città di Davide e del Figlio di Davide. Nel mondo biblico il pane è l’alimento essenziale per la vita. Dio si rivela come Colui che vuole far vivere l’uomo nella verità piena della sua natura corporea e spirituale: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano», ripete la preghiera insegnata da Gesù ai suoi discepoli. E Gesù è il Pane vivo disceso dal Cielo, e Betlemme è veramente la casa del pane, quel Pane che viene per salvare l’umanità afflitta e affamata di Dio.
- Il Tempio Santo
Domina la scena centrale del Presepe, oltre la Grotta, il Tempio Santo. Questo era la sede principale del culto a Dio e della sua presenza. Al suo interno era custodito il rotolo della Legge, il cosiddetto Tanak, l’insieme della Torah, dei Profeti e dei Libri Storici. L’antica legge di Dio, centro della fede giudaica, si compie con la venuta nel mondo del suo Figlio Unigenito, Parola che si fa carne in Gesù.
- Sinagoga
Spostandoci a destra, è inserita la sinagoga, sovrastata da una cupoletta dalla quale spunta la Stella di David. A differenza del Tempio, la sinagoga era un luogo sì di preghiera, ma anche dove aveva luogo la formazione, l’educazione alla fede ebraica e lo studio della Parola da parte dei rabbini ai fanciulli ebrei, oltre ai vari rituali che prevedeva l’ebraismo.
- Kataluma (katályma – Albergo)
L’albergo, con tutte le porte e finestre chiuse, trova riscontro in alcuni dettagli evangelici della nascita di Gesù a Betlemme, così come narra l’Evangelista Luca, il quale ci spiega esattamente che Maria «diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo» (2,7).
- Albero della vita accanto alla Grotta
L’albero accanto alla grotta, rappresenta la vita che si genera e viene da Dio. Questo particolare lo si può osservare in una famosissima icona Russa del pittore Andrej Rublev, nella quale sono rappresentati tre angeli seduti a mensa che raffigurano la Santissima Trinità: dall’aureola sulla testa di Dio Padre spunta un albero simile a questo.
- Calvario e tomba vuota
Un elemento che rende questo presepe particolare rispetto agli altri anni è la raffigurazione del monte Calvario con le tre croci e, in basso al monte, la Tomba vuota.
Papa Benedetto XVI, nell’udienza generale del 21 dicembre 2011, dice che “L’Incarnazione e la nascita di Gesù ci invitano già ad indirizzare lo sguardo verso la sua morte e la sua risurrezione: Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasqua la celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momento finale, quando la gloria dell’Uomo-Dio splende come la luce del giorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così il Natale annuncia già la Croce e la gloria della Risurrezione.”
Buon Natale a tutti!