Squarcio di luce sulle tenebre del mondo

di Tommaso Pignari

Papa Francesco nella sua lettera apostolica “Admirabile signum” ci dice che il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura.

Quest’anno il Presepe parrocchiale è distinto dall’inserimento di alcuni elementi ricchi di teologia e di spiritualità.

  1. Lo squarcio della Grotta

Il soffitto della Grotta è squarciato e da lì si infiltra la luce radiosa della Cometa che annunciava la nascita del Messia. Lo squarcio rappresenta l’umanità ferita attraverso cui la luce di Cristo si fa strada per salvare, per guarire e rischiarare il mondo e anche le parti di noi più buie e incomprese. Rappresenta anche il compimento delle profezie messianiche che annunciavano questo squarcio dall’alto che su tutta la terra avrebbe fatto piovere la dolcezza del Creatore.

  1. Annuncio dell’Angelo ai Pastori

Questa scena sulla collina a sinistra è ricca di stupore ed emozione che si intravede nei pastori che, mentre vegliano il gregge, osservano increduli ciò che sta avvenendo: un Angelo pieno di luce, messaggero divino, annuncia con grande gioia che è nato per tutti il Salvatore. È meraviglioso pensare alla semplicità di questi personaggi che, subito dopo l’annuncio si recano in cammino presso la mangiatoia per adorare il Signore. Sono i più umili e i più poveri che sanno accogliere l’avvenimento dell’Incarnazione.

  1. Bethlehem, casa del pane

Certi luoghi hanno un destino storico. Sono stati benedetti dal cielo. Non si finisce mai di approfondire il loro messaggio. È il caso di Betlemme, la città di Davide e del Figlio di Davide. Nel mondo biblico il pane è l’alimento essenziale per la vita. Dio si rivela come Colui che vuole far vivere l’uomo nella verità piena della sua natura corporea e spirituale: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano», ripete la preghiera insegnata da Gesù ai suoi discepoli. E Gesù è il Pane vivo disceso dal Cielo, e Betlemme è veramente la casa del pane, quel Pane che viene per salvare l’umanità afflitta e affamata di Dio.

  1. Il Tempio Santo

Domina la scena centrale del Presepe, oltre la Grotta, il Tempio Santo. Questo era la sede principale del culto a Dio e della sua presenza. Al suo interno era custodito il rotolo della Legge, il cosiddetto Tanak, l’insieme della Torah, dei Profeti e dei Libri Storici. L’antica legge di Dio, centro della fede giudaica, si compie con la venuta nel mondo del suo Figlio Unigenito, Parola che si fa carne in Gesù.

  1. Sinagoga

Spostandoci a destra, è inserita la sinagoga, sovrastata da una cupoletta dalla quale spunta la Stella di David. A differenza del Tempio, la sinagoga era un luogo sì di preghiera, ma anche dove aveva luogo la formazione, l’educazione alla fede ebraica e lo studio della Parola da parte dei rabbini ai fanciulli ebrei, oltre ai vari rituali che prevedeva l’ebraismo.

  1. Kataluma (katályma – Albergo)

L’albergo, con tutte le porte e finestre chiuse, trova riscontro in alcuni dettagli evangelici della nascita di Gesù a Betlemme, così come narra l’Evangelista Luca, il quale ci spiega esattamente che Maria «diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo» (2,7).

  1. Albero della vita accanto alla Grotta

L’albero accanto alla grotta, rappresenta la vita che si genera e viene da Dio. Questo particolare lo si può osservare in una famosissima icona Russa del pittore Andrej Rublev, nella quale sono rappresentati tre angeli seduti a mensa che raffigurano la Santissima Trinità: dall’aureola sulla testa di Dio Padre spunta un albero simile a questo.

  1. Calvario e tomba vuota

Un elemento che rende questo presepe particolare rispetto agli altri anni è la raffigurazione del monte Calvario con le tre croci e, in basso al monte, la Tomba vuota.

Papa Benedetto XVI, nell’udienza generale del 21 dicembre 2011, dice che  “L’Incarnazione e la nascita di Gesù ci invitano già ad indirizzare lo sguardo verso la sua morte e la sua risurrezione: Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasqua la celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momento finale, quando la gloria dell’Uomo-Dio splende come la luce del giorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così il Natale annuncia già la Croce e la gloria della Risurrezione.”

Buon Natale a tutti!

 

 

 

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